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“Momenti di panico davanti una discoteca di Cosenza”

Riceviamo alcuni racconti dai nostri lettori …di quanto accaduto questa notte in un noto locale notturno cosentino:

 

 

“Ciao ragazzi, ci sono urla di aiuto… e carabinieri …nonché forti rumori provenienti da un locale di Corso Mazzini”

(Carlo)

 

“Buongiorno. Stamattina sono veramente indignata e volevo sottoporre alla vostra attenzione quello che è successo stanotte in una nota discoteca situata nel pieno centro di Cosenza. Mia figlia alle 24 è stata accompagnata da me su C.so Mazzini per trascorrere un paio d’ore con i suoi amici.
Iniziano a fare la fila, tutti ammassati come animali. Ragazzi che si sentivano male, non riuscivano a muoversi in nessun modo, spinti dai buttafuori.
Alla fine mia figlia e le amiche riescono ad entrare ma le altre persone che erano fuori a furia di spingere spaccano un vetro e portano dentro un ragazzo con il viso insanguinato. Viene portato all’interno ed arriva la polizia.
Poi invitano lei e le amiche ad uscire, dicendo che lo fanno per loro perché rimanendo dentro restano sotto sequestro. Conclusione: panico, rischio… e 15 euro buttati. Chi ci paga moralmente ed economicamente?”

(Anna)

 

“Non so se qualcuno vi ha già avvisato di cosa è successo in una nota discoteca di Cosenza stanotte.
Scusate il riassunto un po’ disarticolato ma mi sento ancora sotto shock.
Ci hanno fatto aspettare dietro le transenne per un sacco di tempo, mentre facevano passare pochi ragazzi per volta.
Al freddo sotto la pioggia.
Quando con le mie amiche siamo arrivate vicino il buttafuori tutti hanno iniziato a spingere per passare piu di quanto avessero già fatto. Passando il tempo di voltarmi ho visto una delle transenne venire giù e in poco tempo ci siamo trovati schiacciati l’uno contro l’altro, mentre continuavano a spingerci verso le porte, con una violenza incredibile.
Stavamo così stretti che non riuscivamo a muovere le braccia e il semplice stare uno di fronte all’altro faceva mancare il fiato.
Non so dirvi quanto sia durato, mi è sembrata una vita.
Un ragazzo di fronte a me è svenuto, molti si sono sentiti male, tra cui una ragazza che stava con noi, e io ho avuto un attacco di panico praticamente davanti la porta.
Quando finalmente sono riuscita ad entrare all’ingresso, mi hanno chiesto di entrare perché li non potevo sostare.
Quando ho fatto notare che stavo male e che la folla mi aveva schiacciato mi è stato risposto qualcosa tipo “perché non sei venuta prima” o “perché sei venuta così presto”.
Non ricordo la frase precisa ma il messaggio era chiaro.
Colpa mia che mi trovavo nel momento sbagliato nel posto sbagliato.
Che poi era il loro locale il 31 ottobre/ 1 novembre pare non fosse importante.
Mi hanno poi chiesto di entrare.
Dopo 30 minuti passati nel bagno pieno di fumo del locale a capire dove erano il resto delle mie amiche (Che avevano rinunciato ad entrare perché anche loro stavano per sentirsi male ed erano miracolosamente riuscite a tornare indietro) ho tentato di uscire insieme ad altri dalla porta dove stava il guardaroba.
Li la ragazza teneva la porta e gridava che non si poteva uscire.
Senza spiegare il perché.
Fortunatamente è arrivato il signore che mi ha fatto entrare e ci ha accompagnato ad un altra uscita.
Li abbiamo trovato il vetro della porta esterna da cui ero entrato frantumato e la polizia all’ingresso e finalmente siamo riusciti ad uscire.
Io non sono una persona che frequenta questo tipo di locali, preferisco altro e a 22 anni era la prima volta che mettevo piede li dentro.
Prima e ultima.
Per andare a ballare non si può rischiare tanto.
Credetemi è stato davvero un esperienza da incubo”

(Anonimo)

 

(Ph.  Thomas Covello)