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Lettera ad una stella volata in cielo: Altea

Riceviamo le parole commoventi di Pietro, amico dei genitori della giovane Altea, deceduta a Rossano in un incidente automobilistico

 

 

 

“Quando lavoravo in ospedale, ogni volta che nasceva un bambino, mentre gli aspiravo i muchi e gli controllavo il cuoricino, ricordo che avevo preso l’abitudine di fantasticare, anche solo per pochi minuti, sulla sua sorte.

Questa cosa mi capitava anche quando alla fine di un taglio cesareo andavo a controllare il bimbo appena nato sul fasciatoio dove era stato adagiato dalla puericultrice, dopo averlo lavato ed averlo vestito con il suo primo completino.

Guardavo quelle espressioni tenere che ogni bimbo manifestava, e immaginavo per lui o per lei un destino radioso, ricco di fatti fantastici e meravigliosi.

Creavo nella mia mente una breve storia in cui quell’esserino indifeso, che avevo lì davanti, era il protagonista.

Se conoscevo bene i suoi genitori, o qualche altro componente della sua famiglia, la storia si arricchiva di particolari, in quanto avevo la possibilità di trarli, di dedurli dalla conoscenza dei caratteri e dei modi di essere di questi ultimi.

E così è stato quel giorno che sei venuta al mondo tu, carissima Altea.

Nei tuoi occhi ho visto una luce speciale: una scintilla, che ha illuminato ancor di più la mia già fervida fantasia.

Una scintilla che ero certo avrebbe illuminato a lungo la tua vita ed il tuo cammino terreno.

Nella maggior parte dei casi non mi capita di rivedere a distanza di molto tempo, di anni, i bambini che ho visto nascere.

Nel tuo caso non è stato così.

Nel tuo caso, ho avuto modo di rivederti nel corso di questi pochi anni, tremendamente pochi, che hai vissuto ed in cui hai rischiarato il cammino non solo dei tuoi familiari, ma di ogni persona che ha avuto la fortuna di incrociare anche solo il tuo sguardo.

Quello sguardo che anch’io ho incrociato in qualche ricorrenza in cui si sono ritrovati insieme la mia famiglia con la tua.

Quello sguardo nel quale continuavo a intravedere quella scintilla, che stava a testimoniare che eri una ragazza speciale, bella d’aspetto e di animo.

Carissima Altea, nella storia che avevo immaginato per te non c’era questo epilogo così tragico e questa tua prematura dipartita.

Non avrei mai potuto immaginare di essere tra quelle migliaia di persone che gremivano il sagrato della chiesa e di dover veder passare sotto i miei occhi tristi, attoniti ed increduli, come quelli di tutta quella gente che era venuta a renderti omaggio, la bara bianca che conteneva il tuo corpo inanime.

Nonostante la tristezza e l’angoscia che mi paralizzava, ho provato ad immaginare il tuo sguardo limpido e dolce, ed ho avuto la certezza che se quegli occhi non continueranno a brillare è solo perché si confonderanno con il resto del tuo corpo, che brillerà tutto di una luce propria, come una stella.

Quella stella che tutte le sere quando il cielo sarà limpido, ognuno di noi, alzando gli occhi, individuerà come la più luminosa tra tutte le stelle che riempiono la volta celeste.

E quella stella avrà il tuo nome: Altea.”

 

Pietro Russo

 

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