Riceviamo la testimonianza della nostra lettrice:
“Buonasera, vorrei raccontare quello che mi è successo oggi in centro a Cosenza:
Intorno alle ore 13:00, dopo una giornata lavorativa, speravo di tornare a casa e di trovare il parcheggio disabili libero, così da poter parcheggiare e salire a casa e riposarmi.
Preciso che il parcheggio di cui parlo é situato sotto la sopraelevata, adiacente alla fontana, di fronte al Setarium. Non é la prima volta che é occupato da terze persone, non disabili, ma solitamente chiedo se gentilmente mi fanno parcheggiare… e la gente si sposta. Questa mattina purtroppo non è andata così, anzi, mi sono sentita profondamente offesa.
Arrivo al parcheggio e un signore chiede alla signora che occupava il posto riservato (la quale si lavava tranquillamente la propria macchina) se si poteva spostare più in là, perché quello era un posto riservato ai disabili.
Ma la signora, sbruffando e dirigendosi verso il volante, risponde in dialetto cosentino con una frase poco carina nei miei confronti – «Chi cacacaxxi chissa»…
Non me ne curo, parcheggio e vado via. Ritorno in un secondo momento sul posto per prendere delle cose in macchina e la signora mi guarda e mi dice: «Neanche tu ti puoi parcheggiare qui». E io le rispondo: «e perché?»
Lei: «Perché in macchina non c’è il disabile…»
Io: «Purtroppo sono io la disabile…»
E lei risponde in dialetto: «Essì, mo si tu a disabile…»
Così io: «Nel tesserino c é la foto e, purtroppo, si, sono io la disabile, ma comunque non sono tenuta a giustificarmi con lei sulla mia disabilità. Se lei pensa di avere ragione chiamiamo chi di competenza e facciamo fare le verifiche. Chiamiamo la polizia.»
Ma lei ridendo: «Si si, mo chiamamu a finanza» …mentre continuava a lavare la sua macchina, e dice «A me non sembri proprio disabile…».
Io offesa, perché sinceramente mi sono sentita toccata, continuo: «Signora, la prossima volta, prima di giudicare, rifletta…» e me ne vado.
Questo per dire che la disabilità non è sempre visibile. Sona affetta da una malattia neurologica degenerativa, e nel 2025 non devo giustificare la mia disabilità. Se c’è un tesserino significa che una commissione medica ha stabilito questo… e, credetemi, farei volentieri a meno del tesserino disabile, perché questo vorrebbe dire: no disabilità, no malattia!
Scusate lo sfogo”
(Lettera firmata)