Riceviamo lo sfogo del nostro lettore Renato:
“Buongiorno a tutti voi e grazie per il vostro servizio.
L’impegno e la serietà di dare spazio alla gente, fa di voi un’ottima fonte di informazione, diversa e reale.
Vi contatto perché in questi giorni mi sento impotente davanti ad un sistema sanitario che fa paura.
Un calvario che uccide non solo chi si ammala ma uccide anche i parenti dei pazienti.
Un calvario che ci porta davanti al pronto soccorso, in attesa di avere notizie dei nostri cari ma sono attese spesso inutili.
Devi rispettare le norme Covid giustamente, quindi, da buon cittadino mi adeguo, ma avrò anche il diritto di conoscere le condizioni di mia madre, chiusa e abbandonata nei nostri ospedali. Portata inizialmente al grande ospedale di Castrovillari, dopodiché, dopo ore di inferno nel pronto soccorso (in cui non danno neanche un bicchiere d’acqua), nella grande metropoli di Cosenza.
Siamo abbandonati e disperati soli e senza risposte, tranne qualche amico infermiere o qualche dottoressa un po’ più umana.
Il resto lo sappiamo già.
Vorrei denunciare questo degrado, questa schifezza, questo essere nessuno se non hai il politico di turno o il primario amico.
Deve finire tutto questo non possiamo stare a testa bassa, dobbiamo reagire.
Io, da qui a poco, se non avrò avuto alcuna risposta, riguardo la salute di mia madre, dovrò far sentire la mia voce, a rischio di passare dalla parte del torto.
La rabbia è veramente tanta ma, soprattutto l’impotenza, non saper cosa fare, a chi rivolgersi.
Datemi un consiglio, ditemi come posso fare, aiutateci ad avere un contatto.”
Grazie
Renato Casella