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Lettere 2.0: “Oggi, un mese fa, all’Annunziata hanno compiuto il nostro miracolo”

Riceviamo la (bella) lettera della nostra lettrice Barbara:

 

 

“Il 10 aprile 2018 grazie a un tempestivo soccorso del 118 mia madre viene trasportata presso il pronto soccorso dell’ospedale civile dell’Annunziata. Al momento dell’arrivo era vigile e cosciente, scesa dell’ambulanza, i soccorritori proprio nel momento in cui stanno per spostarsi si rendono conto che dal suo essere vigile siamo passati all’andare in arresto cardiaco.

Viene trasportata in una stanza del pronto soccorso e da quel momento non ho più sue notizie. Delicatissimi i tre medici dell’ambulanza che nei primi attimi di terrore, vista la gravissima situazione, mi sono stati molto vicini.

Dalla sua stanza c’era un via vai, tra cardiologi, medici vari e infermieri. Ore lunghissime e minuti interminabili, ogni minuto sembrava essere sempre più spacciata dalle poche notizie che ci giungevano.
È stata defibrillata una dozzina di volte senza sosta, e, solo quando hanno percepito un flebilissimo battito, è stata trasferita nel reparto di emodinamica dove la professionalità dei medici del reparto e di tutta l’equipe che si è occupata di lei con un intervento, ai confini tra la vita e la morte, hanno riportato miracolosamente alla vita mia madre.

La preoccupazione dei medici era pari alla loro umanità. Il loro pensiero era rivolto ai problemi cerebrali legati all’assenza di ossigeno causati dall’arresto cardiaco. Trasferita in rianimazione si attendeva il miracolo. Miracolo che da lì a poco si è compiuto…

Sempre sotto strettissimo controllo si è svegliata, è stata estubata e stimolata per rilevare eventuali danni neurologici. Dopo qualche ora è stata trasferita in terapia intensiva ed anche qui c’è stata una grande delicatezza e comprensione nei confronti di noi figli e parenti che in quella giornata davvero ce la siamo vista brutta. Non è stata lasciata sola un minuto nei giorni del ricovero e, le preoccupazioni sono tornate a casa con noi poiché anche post dimissione c’era chi si preoccupava per lei e per la sua salute.

Questo articolo serve solo a dire che è facile parlare di malasanità, e non posso dire che non ce ne sia perché se ne sentono di tutti i colori, però va elogiato l’ospedale quando succede qualcosa di buono, quando i medici hanno la competenza di salvare una vita che ormai non cera più.

Posso dire solo che mia madre grazie a loro è rinata. Il suo compleanno adesso potrebbe tranquillamente essere festeggiato il 10 Aprile. Come diceva mio nonno fai bene e scordati fai male e pensaci. Questa volta vorrei che il bene fatto dai medici, dagli infermieri e da tutti i coloro che sono passati nella vita di mia madre non venga dimenticato.

Il mio ringraziamento, il ringraziamento di mio fratello, della mia famiglia tutta va all’equipe 118 dell’Unical; il medico Ciro Campanella, l’infermiere Aura Sandu e l’autista Ida Serra per la loro prontezza, la loro gentilezza e la loro solidarietà. Ancora al Reparto di Cardiologia Interventistica – L’unità Operativa Emodinamica e Rianimatori, Reparto Anestesia Rianimazione dell’Ospedale Annunziata di Cosenza.

Davvero un grande grazie dal più profondo del mio cuore per tutta la vostra preparazione, professionalità e pazienza con tutti noi parenti e amici delle persone degenti che in preda alla preoccupazione a volte sconfiniamo anche un po’.”

 

(Barbara Asta)