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Ennesima beffa per i tirocinanti ministeriali: emendamento ritirato e nessun nuovo bando

Riceviamo lo sfogo degli ex tirocinanti MiC

 

 

“Gli ex tirocinanti MiC della Regione Calabria di area 2 e 3 hanno più volte denunciato la loro situazione dopo l’ingiusta esclusione avvenuta in seguito al concorso per 1956 tirocinanti per i Ministeri Cultura, Giustizia e Istruzione.

Circa il 50% di loro è stato dichiarato NON IDONEO da Formez, dopo aver affrontato lo scorso 26 luglio un’assurda prova di esame, con quesiti che non centravano nulla con il tirocinio svolto. Ciò ha determinato la fine di un lungo percorso, che avrebbe dovuto condurre alla contrattualizzazione, iniziato nel 2016 grazie al bando aveva permesso loro di intraprendere il tirocinio.

La presentazione alla Camera della proposta emendativa 1.54 al Dl n. 44 del 2023, “recante disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche” a firma Cannizzaro, Mangialavori, Arruzzolo, Furgiuele, Loizzo, Antoniozzi, Stumpo, Baldino, Orrico, Scutellà, Tucci, rappresentava un’ancora di salvezza, in quanto avrebbe permesso di avviare l’iter per rimettere in gioco i posti rimasti vacanti mediante un nuovo bando.

Nonostante le promesse fatte, l’emendamento è stato accantonato in un primo momento, per poi essere addirittura ritirato.

Per l’ennesima volta circa 250 famiglie sono state abbandonate e lasciate senza un reddito e senza un futuro.

La brutta piega che ha preso tale vertenza appare inspiegabile, soprattutto alla luce dell’evidente copertura finanziaria dell’intervento, essendo il numero di vincitori del bando per 1956 tirocinanti di molto inferiore rispetto ai posti disponibili, con il conseguente avanzo delle risorse del PNRR stanziate per il suddetto bando.

Da questa situazione emergono numerose domande meritevoli di risposta.

Che fine hanno fatto i fondi restanti?

Qual è la vera motivazione che ha condotto al ritiro dell’emendamento?

I tirocinanti MiC non idonei si trovano in una grave condizione di disagio economico e sociale e sembra che continuino ad essere vittime di un gioco politico che ha lasciato loro stremati.

Date le circostanze si rende necessario ottenere delle risposte concrete e una soluzione che permetta loro di ottenere il diritto al lavoro e alla dignità.”