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Lettere 2.0: “Aiutatemi a curare mia figlia. Sono sola” – Aperta una raccolta fondi

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Riceviamo le parole di una mamma cosentina disperata: “La speranza è l’ultima a morire e noi lottiamo

 

 

Sono una mamma di 43 anni, ho avuto i miei figli a 20,e 23 anni. Purtroppo il padre dopo la nascita della secondo genita non ha voluto sapere più di loro né economicamente, né moralmente, neanche dopo le varie guerre e cause in tribunale lo stato ha risolto mai il problema e permette a questo signore di stare sereno.

Ho lavorato da sempre per non fargli mancare nulla, anche svolgendo due lavori contemporaneamente e ciò mi ha permesso di provvedere ad una vita dignitosa per loro, ma mai con eccessi al di fuori di questo, non compleanni in pizzeria ma semplici torte a casa, non le scarpe o lo zaino di tendenza, ma magari quello dei cuginetti ecc..

Ma ciò non ha impedito ai miei figli di crescere sereni se pur con un po’ di broncio. Tutte le feste importanti della loro vita hanno sempre sofferto la mia mancanza perché io lavoravo..

Da piccoli era difficile capire perché la mamma non c’era a quel Capodanno o quella Pasqua. Ma poi crescendo hanno iniziato a capire e se pure con malinconia hanno accettato. I loro auguri alle feste del papà erano sempre rivolti a me, e questo mi ha fatto sempre sorridere. Anche se loro un papà lo meritavano come lo merita ogni bambino del mondo.

Beh non mi prolungo, oggi come oggi io mi sono ammalata, ho il morbo di crohn e questo non mi permette per il momento di lavorare perché il mio fisico ha risentito fortemente della malattia cronica che l’ha aggredito.

Viviamo con quel reddito di cittadinanza che tanti criticano, ma che a noi fa per lo meno campare. Questo però non mi aiuta a risolvere il grave problema di salute che ha mia figlia. O almeno a provare di risolvere. Problema che se non ci provo può diventare invalidante. Problema per cui mia figlia ha dovuto lasciare la scuola, perché non poteva stare seduta per troppe ore, problema che non gli permette di fare una coda e la fa’piangere tanto.

La sua schiena è anomala tanto da uscire una spalla di fuori, lei si autochiama gobbo di notredame da sola..

Almeno l’autoironia non costa nulla. Ho bisogno di un aiuto concreto, aiuto che lo stato non ci passa. Arrivare a Bologna e vari percorsi di fisioterapia e ginnastica posturali se pure il problema è già andato troppo avanti.

Ma voglio sperare ancora di poterla aiutare. La mia richiesta è per tale obiettivo che io ora sola non posso raggiungere.
Grazie mille

(Lettera firmata)

 

La raccolta fondi la trovate qui: GoFundMe