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Lettere 2.0: “Ho perso il lavoro perché presa di mira da colleghi e responsabile”

Riceviamo la testimonianza di una nostra lettrice:

 

 

“Vorrei raccontarvi la mia ultima infelice esperienza lavorativa.

Ho lavorato in Poste Italiane sul nostro territorio cosentino come trimestrale ed ho subito delle pressioni sia a livello lavorativo che personale. Da premettere che ho lavorato in un periodo natalizio molto stressante.

Ho lavorato con mezzi aziendali incidentati e con palmari obsoleti e senza alcuna assistenza tecnica in merito. Sono stata affiancata soltanto una settimana e poi buttata nella mischia con pacchi Amazon, oggetti a firma corrispondenza, insomma il caos più totale.

C’erano da rispettare dei tempi ristretti ovviamente e senza alcun aiuto né da parte del postino titolari né dai colleghi. Il primo mese è stato di rodaggio, ma dopo le feste sono iniziati dei veri e propri ‘problemi’. 

Ci sono stati pedinamenti da parte di colleghi e pressioni da parte di un responsabile che pensava soltanto a farsi offrire le cene da una mia collega, con la sicurezza di una conferma lavorativa.

Insomma un giorno il responsabile mi chiama per invitarmi a cena e quindi dargli un passaggio, ho declinato l’offerta perché ero impossibilitata, così, il giorno dopo, incominciano i dispetti di ogni tipo da parte del suddetto.

Un esempio? Mi mette l’assenza nel giorno lavorativo, mi toglie il mezzo aziendale e poi mi denigra davanti ai colleghi di lavoro. Insomma un vero inferno. In più mettici che non c’era mai una macchina aziendale disponibile per lavorare e quindi mi costrinse a stare in ufficio ad aspettare che qualcuno ritornasse per potermi prestare il furgone.

Alla fine, ciliegina sulla torta, mi passa davanti un raccomandato di turno ed io sono stata mandata via soltanto perché avevo contratto il COVID al lavoro e quindi sono mancata dal mio posto di lavoro per malattia.

Mi dico: dove sta la giustizia…???!!!

Grazie e scusate il mio sfogo.”

(Lettera firmata)