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Lettere 2.0: “Medici di base al collasso ma alcuni anche menefreghisti.”

Riceviamo lo sfogo di una nostra lettrice:

 

 

“Salve sono una donna di 42 anni di Rende e vorrei denunciare un episodio secondo me abbastanza grave, in cui i medici di base che spesso ultimamente vengono giustamente confortati per la grande mole di lavoro che si ritrovano soprattutto da quando incombe il Covid.

Io purtroppo 10 giorni fa ormai, sono risultata positiva per la prima e spero ultima volta, al Covid, essendo stata sempre molto attenta in quanto soffrendo di patologie polmonari quali bronchite cronica asmatica, ho sempre avuto timore di questo mostro, ahimè dopo 3 dosi di vaccino e due anni di pandemia alla fine me lo sono beccata.

Ora fin qui niente di strano, non voglio fare vittimismo o chiedere la pietà per una malattia ormai comunissima e curabilissima salvo complicazioni.

Appena il primo tampone mi ha dato esito positivo, ho come da prassi comunicato al mio medico curante il quale mi ha risposto, dopo qualche ora, la terapia antinfiammatoria e antipiretica da seguire.

Dopo alcuni giorni vedendo la situazione peggiorare ho riprovato a comunicare con il dottore tramite WhatsApp e tramite varie telefonate senza alcuna risposta allo studio, seguito da ben due segretarie.

La situazione peggiorava come volevasi dimostrare si è scatenata la bronchite insieme al Covid e quindi necessitavo di cure più forti e specifiche.

Purtroppo neanche dopo aver mandato un vocale al mio medico curante, il quale conoscendo bene le mie problematiche perché mi tiene in cura da anni e anni, ascoltando il vocale nel quale chiedevo con la garbatezza che mi ha sempre contraddistinta e chiedendo scusa del disturbo quale terapia mi consigliava, non ho ricevuto risposta.

Ora io sono d’accordo sul fatto che a volte i nostri medici siano tempestati di chiamate futili, non ritengo questo il mio caso dal momento che capendo la delicata situazione chiedevo la prescrizione delle analisi tramite e-mail senza disturbare il lavoro di nessuno. Ma allora mi chiedo, in queste circostanze siamo noi pazienti troppo apprensivi o sono i medici che magari stanchi e sfiduciati non appellano neanche la loro professionalità o umanità nell’elargire un consiglio che richiederebbe un instante ma che potrebbe, a volte, salvare una vita?

Come ci dobbiamo comportare noi pazienti per ricevere assistenza dobbiamo affollare un pronto soccorso già al collasso?

Caro dottore, credo che una regola base del giuramento di Ippocrate, recita così:”Mi asterrò dal recar danno e offesa”.

Personalmente mi ritengo offesa per una mancata risposta che a lei avrebbe costato un secondo del suo prezioso tempo, a me avrebbe risparmiato notti insonni per l’ansia di svegliarmi e non riuscire a respirare e magari giorni e giorni di cure fai da te brancolando nel buio.

Senza contare il fatto che nonostante siano passati ben 11 giorni non ho ancora presentato il certificato medico da malattia al mio datore di lavoro, quindi grazie anche all’eccellente lavoro delle sue preziose ed occupatissime segretarie.

Non chiediamoci perché in Calabria la sanità non funziona, chiediamoci perché in alcuni casi chi sceglie di tutelare la nostra salute non abbia scelto invece un lavoro meni redditizio ma più consono ad uno spirito menefreghista.”

(Lettera firmata)