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Lettere 2.0: “Secondo loro mio figlio sarebbe nato con problemi all’udito…. Per fortuna non ci siamo fermati qui”

Riceviamo il racconto della nostra lettrice Ilaria

 

 

Nel 2019 giorno 29 settembre è nato nostro figlio Domenico presso l’ospedale di Castrovillari. Sin dalla nascita,nello stesso ospedale e per ben due volte è risultato con un “refer” bilaterale all’esame otoemissioni acustico.

Nel reparto sono stata accolta benissimo da medici, infermieri, puericultrice e ostetriche che si sono rivelati molto preparati e sempre disponibili, ma a causa di indisponibilità di macchinari audiometrici più approfonditi sono stata mandata all’asp di Cosenza (nella sede privata) per sottoporre nostro figlio a diversi esami.

Risultò di nuovo refer per ben due volte di seguito, così la terza volta con i medesimi risultati, mi hanno confermato che avrei dovuto recarmi all’ospedale di Cosenza, perché molto probabilmente il bimbo aveva un’ipoacusia bilaterale, e quindi dovevo sottoporlo ad esame ABR per definire con sicurezza la diagnosi.

Il giorno della visita all’ospedale Annunziata, mio figlio, di soli tre mesi, si sottopone all’esame ABR. L’esito definì il bisogno di un apparecchio acustico per entrambe le orecchie appena avrebbe compiuto i 6mesi, perché gli fu rilevata l’ipoacusia bilaterale.

Inoltre dichiararono che il bimbo avrebbe avuto sicuramente disturbi di comunicazione e di linguaggio e che intorno ai due anni doveva essere seguito da una logopedista infantile per aiutarlo a sviluppare le sue carenze linguistiche.

Pianti infiniti caratterizzarono quel difficile periodo, non riuscivo ad immaginare come un bimbo di soli 6mesi potesse sopportare delle protesi alle orecchie.

Tuttavia, presi la situazione in mano insieme a mio marito, cercando di capire come potessimo aiutarlo…e man mano ci convincemmo che fosse impossibile che il bimbo avesse problemi di udito perché reagiva ad ogni minimo rumore in casa.

Nel frattempo in TV iniziarono a parlare del covid-19, iniziarono a mettere restrizioni e la paura accompagnava ogni uscita e contatto con l’esterno. Eravamo in piena pandemia, ma non ci siamo fatti prendere dal panico, ci siamo fatti forza e insieme alle nostre famiglie, abbiamo iniziato a fare ricerche su internet.

Nessuno ci aveva mai spiegato cosa significasse “ipoacusia”, ci parlavano solo di apparecchi acustici e dopo tante ricerche, vedendo anche le recensioni, trovammo un otorino giovanissimo, che nel 2020 era già dirigente in un ospedale ad Ancona, ma che fortunatamente visitava anche in uno studio privato a Cosenza.

Lo contattammo e prendemmo un appuntamento. Domenico compie 4 mesi e mezzo e, il giorno della visita, durante il controllo, osservammo come nostro figlio si girava nelle direzioni da dove veniva chiamato dal dottore, il quale mi disse: “signora, a me non sembra che il bimbo abbia bisogno di apparecchi acustici, comunque facciamo gli esami”.

I risultati evidenziano che il bimbo ha le orecchie semplicemente infiammate e viene curato con delle gocce da mettere nell’orecchio per 15 giorni, mattina e sera.

Per sicurezza il dottore mi consiglia di ripetere gli esami dopo 20 giorni dalla terapia, in un centro di terzo livello, e così mi fa contattare da un bravissimo collega, anche lui giovanissimo, che lavora all’ospedale Magna Grecia di Catanzaro.

Prendiamo appuntamento con lui, facciamo la visita al bimbo e ci dicono che il bambino risponde bene ai suoni, ma che è presente ancora del catarro nelle orecchie, per questo i suoni non arrivavano del tutto chiari. Non c’era bisogno assolutamente di nessun apparecchio acustico.

Domenico, grazie a Dio, ci sente benissimo, ha compiuto due anni da poco tempo e parla anche più del dovuto, senza nessun apparecchio e senza nessun aiuto di logopedista.

Abbiamo voluto raccontare la storia di nostro figlio sui social solo per dare coraggio e forza d’azione a chi affronta situazioni difficili. Spesso sono i medici che giocano sopra queste situazioni per farsi pagare dallo stato. Bisogna dare spazio anche ai giovani, senza peccare di poca fiducia per la poca esperienza, poiché sono molto più preparati, seri, responsabili e sensibili.

Altre volte i problemi ci sono realmente e sebbene tutto cambia da come l’abbiamo immaginato, dobbiamo rimboccarci le maniche e fare di tutto per assicurare a chi abbiamo scelto di mettere al mondo, una vita dignitosa e serena…

(Ilaria)