Riceviamo lo sfogo di una nostra lettrice
“Con la presente vorrei esprimere il mio disappunto e la mia rabbia circa la situazione sanitaria calabrese e in particolare dell’Asp di Cosenza.
Purtroppo ho toccato con mano tale realtà nel momento in cui mia madre è stata ricoverata presso l’Ospedale Civile dell’Annunziata di Cosenza e poi è venuta a mancare a metà gennaio.
Sulla mia pelle e sul mio dolore di figlia ho constatato la superficialità, l’inefficienza del sistema sanitario.
Non potevo restare in silenzio di fronte a questo scenario disumano.
La mia denuncia era necessaria in quanto tutti noi abbiamo diritto di essere curati in modo adeguato a prescindere dall’età.
Essere infermieri e dottori significa portare avanti una missione con dedizione, attenzione, umanità e professionalità.
Purtroppo tutte queste caratteristiche non erano proprie del personale sanitario con cui è venuta a contatto mia madre e di riflesso la sottoscritta.
Spero che questa lettera venga letta e rappresenti una testimonianza che possa far riflettere affinché qualcosa cambi nel mondo della sanità calabrese.
Mia madre si chiamava Contino Elvira e io che sono la figlia mi chiamo Aloise Mariagata.”