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“Militare calabrese la vittima numero 363 dell’uranio impoverito”

Domenico Pascuzzi, primo maresciallo dell’Aeronautica Militare, è la vittima numero 363 dell’uranio impoverito.

 

 

“Lo sostiene Domenico Leggiero dell’Osservatorio Militare. Pascuzzi, calabrese, moglie e due figli, aveva contratto un tumore al polmone.

Il militare ha prestato servizio in Kosovo dal 2000 al 2001 e nel Poligono sperimentale di Salto di Quirra, in Sardegna, dove per tanto tempo è stato responsabile dei brillamenti di munizionamento inesploso, in disuso o scaduto.”

Qui la pubblicazione dell’Osservatorio Militare:

 

URANIO: SI CONTINUA A MORIRE SIAMO A 363

Si chiama, anzi si chiamava Domenico PASCUZZI ed è la vittima n°363 di una strage che sembra non finire mai. Primo Maresciallo dell’Aeronautica Militare, ha prestato servizio al V Stormo di Cervia lascia 2 figli e la moglie. Non è certo l’essere un soldato o aver prestato servizio a Cervia la causa principale della sua malattia: tumore al polmone. Pascuzzi non fumava e non beveva, proprio come Luca, Andrea ed altri, ma come tanti altri Pascuzzi ha prestato servizio in Kosovo dal 2000 al 2001 e sopratutto, nel Poligono Sperimentale di Salto di Quirra dove per tanto tempo è stato responsabile dei brillamenti di munizionamento inesploso, in disuso o scaduto. Anche Pascuzzi si è dovuto rivolgere all’Avv. Angelo Fiore Tartaglia perchè tutto gli era stato negato da un’amministrazione che nega al solo scopo di proteggere qualcosa o qualcuno. Romagnolo di origine ed ancora residente nella sua Romagna a Bellaria Igea Marina dove domani 25 ottobre alle ore 15:30 saranno celebrati i suoi funerali nella locale chiesa e nel silenzio delle Istituzioni. E’ una carriera svolta tra i “fumi” dei fornelli in cui si faceva brillare di tutto nel poligono di Salto Di Quirra al centro oggi di una grande inchiesta i cui colpevoli saranno assolti per decorrenza dei termini. Già, la storia dell’uranio e dei poligoni parte sempre dalla fine: militari morti e Generali innocenti. Sono gli stessi Generali che oggi si definiscono “vittime” del sistema politico solo perchè si rendono pubblici le loro pensioni mai colpite dalle sentenze di condanna ottenute da Tartaglia. Non possono esistere Generali colpevoli, e se la Magistratura li condanna a pagare in prima persona (vedi Stano/Nassirya) si infilano subito due righe in un qualsiasi decreto in fase di approvazione con la dicitura “salva Stanu”. Sono certo che qualcosa ora dovrà cambiare, sono pronto a far si che ciò accada. Ora però silenzio e rispetto per il 363° morto da uranio impoverito!

ROMA 24 ottobre 2018

OSSERVATORIO MILITARE

DOMENICO LEGGIERO”