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Perché varia il prezzo del petrolio?

Il petrolio è una commodity, ovvero un prodotto che è uguale in tutto il mondo e che viene scambiato in tutto il mercato mondiale.

Altre commodities sono l’oro, l’argento e il rame. Questi prodotti vengono considerati “sicuri” perché avendo un valore intrinseco subiscono meno variazioni di prezzo rispetto alle normali “azioni”. Nel mondo i più grandi produttori di petrolio sono Usa, Russia e Arabia Saudita. L’Arabia fa parte di una Confederazione di stati, detta OPEC, che ha come obbiettivo quello di contrastare la produzione americana, in che modo? Accordando sul numero di barili che ogni componente della Confederazione deve produrre. Questo perché aumentando il numero di barili prodotti si abbassa il costo del petrolio, mentre diminuendo il numero si alza, così facendo loro hanno la capacità di controllare i prezzi in tutto il loro mercato.

Controllare il prezzo del petrolio oggi significa manovrare anche l’economia del petrolio in America. Ma come?

Durante la pandemia da Coronavirus la domanda di petrolio è diminuita, perché ovviamente le persone non uscivano di casa e molte aziende e fabbriche erano chiuse. Di conseguenza la richiesta di materia prima era minore; ma intanto la produzione era continuata. Questa situazione ha messo tutto il mondo in una condizione tale per cui la richiesta era minima e le quantità erano alte; ciò ha fatto sì che il prezzo del petrolio sia crollato drasticamente.

L’OPEC aveva deciso di non diminuire le quantità prodotte per aprire una guerra dei prezzi con l’America, perché abbassando il prezzo finale si intendeva scoraggiare la produzione statunitense, una mossa che poteva potenzialmente far fallire molte aziende americane. Alla fine i paesi arabi produttori hanno tagliato di un 10% la loro produzione, anche se questo non ha fermato l’inevitabile crollo dei prezzi del petrolio in America.

Ti starai domandando perché proprio l’America è quella più colpita, se comunque l’abbassamento dei prezzi riguarda tutti i paesi produttori. Ebbene, quello che c’è da sapere è che in questi casi i paesi più colpiti sono quelli che hanno i costi di produzione maggiori: infatti il metodo di estrazione del petrolio in America è molto più costoso.

Inoltre c’è la differenza di stoccaggio tra l’estrazione in mare e sulla terraferma del petrolio. Questo perché quando il greggio americano viene estratto in piattaforme marittime vengono utilizzate direttamente le navi per lo stoccaggio dello stesso, le quali hanno giocoforza una capienza limitata.

La domanda che sorge spontanea è: allora perché ci son stati i rincari dei costi della benzina, che è un derviato diretto del petrolio? La risposta è che la materia prima influisce solo del 20% sul prezzo finale, mentre il 65% del valore del carburante è determinato dalle accise e un 10% dai passaggi intermedi di produzione.