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Riceviamo: “Ho passato minuti di terrore…finchè è arrivato mio marito”

La nostra lettrice (che preferisce restare anonima) ci racconta quanto le è accaduto ieri mattina alle autolinee di Cosenza:

 

 

“Buongiorno, vorrei raccontare cosa mi è successo questa mattina:

Come al solito finisco di lavorare e vado alle autolinee al bar San Francesco a prendermi un panino. Mi parcheggio in doppia fila e davanti a me c’è un signore parcheggiato con una grande macchina bianca, non so di che modello si tratti.

Fatto sta che pur vedendomi ferma, fa marcia indietro e mi urta per bene… senza minimo cenno di chiedere scusa per quello che aveva fatto.

Allorché scendo dalla macchina per vedere cosa si era fatta la mia auto… ma lui vedendomi prendere il cellulare scende di scatto ed inizia ad aggredirmi, dicendo che io lo avevo urtato… e faceva finta di chiamare i vigili. Addirittura si è avvicinato minacciandomi, sostenendo che io avevo torto e che stavo facendo finta al fine di truffarlo per riscuotere l’assicurazione. Aggiungendo che lui sti giochetti li aveva fatti prima che io nascessi.

Ho provato a calmarlo dicendo che se non ci fossero stati danni all’auto ce ne saremmo andati entrambi, che non era successo niente, ma lui ormai fuori di sé si avvicina ancora urlando che lui si era fatto la galera… e che mi avrebbe “squartata” con un coltello… che potevo chiamare gli zingari …che “non sono una parente”.

Ero una donna da sola davanti alla rabbia scatenata di un uomo …ma cercando di tenere la calma gli ho cercato di far notare che intorno a noi c’erano dei signori.

Sono poi per fortuna riuscita a chiamare mio marito il quale ci ha raggiunti in un attimo… ma anche con lui era un fiume in piena. Continuava ad urlare che voleva il mio nome e che me la avrebbe fatta pagare.

Anche a mio marito urlava che lui non aveva paura di niente e di nessuno, perchè ovviamente mio marito gli ha chiesto come si era permesso di aggredire una donna, che c’erano le telecamere e che avremmo appurato la dinamica del fatto.

Alla fine si è preso i nostri nomi e se ne è andato minacciando che ci avrebbe fatto vedere con chi avevamo a che fare….

Per fortuna mio marito è riuscito ad arrivare di corsa perchè io ho passato minuti di terrore….

Non so cosa sarebbe potuto succedere se mi fossi trovata da sola…

Vorrei che tutti facciano attenzione a questi tipi, soprattutto nella zona dell’autostazione…”

(Lettera firmata)