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Lettere 2.0: “3 giorni di inutile attesa nel PS, mio fratello muore per una pancreatite non diagnosticata”

Riceviamo lo sfogo disperato della nostra lettrice Adriana:

 

 

Vorrei raccontare la drammatica vicenda di mio fratello Alessandro D’Andrea.

Lo scorso venerdì 12 novembre, mio fratello avvertiva fortissimi dolori addominali e così la moglie chiamò l’ambulanza. Una volta trasportato al MATTATOIO DELL’ANNUNZIATA DI COSENZA (perchè di questo stiamo parlando), da venerdì pomeriggio fu lasciato su una barella per tre giorni, con continui dolori addominali lancinanti, ma che dei ‘medici’ credevano di calmare con degli antidolorifici, invece di fare un’ecografia.

Una semplice ecografia sarebbe bastata per accorgersi che c’era una pancreatite galoppante in corso … ed avrebbero potuto salvarlo aspirando i liquidi. Invece è ciò che hanno tentato soltanto al lunedì, giorno 15, quando era ormai troppo tardi.

D’urgenza, dopo 3 giorni che nessuno si è curato di lui, gli hanno aperto l’addome e tentato una dialisi con dei reni ormai fermi bloccati, mettendolo in coma farmacologico fino a quando il cuore di mio fratello, martedì 16, cessò di battere…

Questo è quello che quella specie di dottori hanno fatto a mio fratello Alessandro. Aveva solo 53 anni, con 3 figli (18, 8, e 3 anni), ed i più piccoli ora ci chiedono quando torna il loro papà…!!!

La bimba di 8 anni ci chiede una video chiamata del papà e come mai non lo chiama, ma purtroppo con l’aiuto della psicologa abbiamo dovuto dirglielo in una forma adeguata…

Inutile raccontarvi la disperazione della giovane moglie e del figlio più grande…

In tutta questa triste e brutta realtà preghiamo voi di aiutarci sperando che il MATTATOIO DELL’ANNUNZIATA DI COSENZA possa cambiare e mi auguro che ciò avvenga con dei medoti severi, perché abbiamo paura di andarci se ci succede qualcosa.

Tutti devono sapere cosa succede lì dentro. Lì si salvano solo gli stessi familiari di quelli che ci lavorano.

Ovviamente adesso procederemo per vie legali. Si aprirà un’inchiesta su quello che hanno fatto, anzi, quello che NON hanno fatto e che potevano fare a mio fratello Alessandro.

Vi ringrazio per la vostra disponibilità.

Distinti saluti

Adriana D’Andrea