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Riceviamo: “Protagonista di una spiacevole vicenda a Castrolibero”

Riceviamo da una nostra lettrice che preferisce restare anonima:

 

 

“Non preoccuparti se i bambini non ti ascoltano mai; preoccupati che ti osservino sempre.” (ROBERT FULGHUM)

Stamattina intorno alle 13.15 stavo facendo ritorno a casa per la pausa pranzo, quando, come ogni giorno, davanti all’Istituto Comprensivo di Castrolibero (CS), regnava il caos…

Parcheggi selvaggi, macchine in tripla fila, genitori che attraversavano da ogni lato…insomma “scene quotidiane” per chi, come me, abita a Castrolibero in prossimità dell’Istituto. Ad un certo punto, dovendo attraversare la rotatoria, la mia manovra veniva resa particolarmente complessa a causa di una macchina che sostava tranquillamente (col conducente all’interno) proprio nel mezzo della rotatoria; a quel punto OSO dare un colpo di clacson al conducente e con lo sguardo gli faccio notare che FORSE lì la sosta non è consentita…

A quel punto si scatena la FOLLIA, perché solo così può essere definita…

Il summenzionato “signore” mi insegue, mi fa ripetutamente e con veemenza cenno di fermarmi, mi si “incolla” al paraurti. Io mi fermo, lui parcheggia dietro, scende dall’auto e viene verso di me; io abbasso il finestrino e lui inizia ad inveirmi contro, urlandomi (con toni e lessico che per DECENZA lascio solo alla vostra immaginazione) che non dovevo permettermi di suonare, che “tanto ero riuscita lo stesso ad attraversare la rotatoria”, che lui lì non dava nessun fastidio, che se ero riuscita a passare dovevo stare zitta…
Io cerco di ribattere (anche perché se il codice della strada è sempre lo stesso mi risulta che non si possa sostare in mezzo ad una rotatoria nell’attesa che il proprio figlio esca da scuola…), ma è inutile, lui (un uomo molto alto e molto più grosso di me) inveisce contro di me con una furia indicibile, mi aggredisce verbalmente, urlandomi qualunque cosa…! Allora io scendo dall’auto e mi accorgo che in macchina ad assistere alla scena c’era il FIGLIO….

Incredula, gli dico che è inammissibile che mi abbia minacciato davanti ad un bambino…al FIGLIO…

Lui, per tutta risposta, prende il telefono, comunica la mia targa a non so chi e, ancora telefono all’orecchio, riparte, sgommando….tutto questo sempre in prossimità della scuola…
Io risalgo in auto, letteralmente sconvolta, non ho la prontezza di prendere la sua targa e né di ripartire con l’auto…tanta è la mia agitazione…

Realizzo che sono stata inseguita, che mi è stato intimato di fermarmi con metodi in stile gomorra, che sono stata aggredita verbalmente, e che la mia targa è stata comunicata a chissà chi (magari a qualche “amico” per vendicarsi)…e PER QUALE MOTIVO? Perché HO OSATO DARE UN COLPO DI CALCSON AD UN GENITORE MENTRE SOSTAVA OVE NON E’ CONSENTITO E MI IMPEDIVA IL PASSAGGIO…
Incredula, chiamo la scuola per raccontare il grave episodio (avvenuto lì davanti e con protagonista il genitore di un alunno) e mi viene detto che il fatto è di COMPETENZA DEI VIGILI URBANI……

Chiamo i vigli urbani e una vigilessa, molto gentile, mi ascolta, resta sbalordita, mi dice che gli ausiliari che a quell’ora “sovrintendono” davanti l’istituto non le hanno riferito niente, cerca di tranquillizzarmi…

Ora, nella vicenda che ho raccontato non vi è (almeno per ora) ALCUNA RILEVANZA PENALE…è chiaro…
Vi è, però, una rilevanza SOCIALE, CIVILE, MORALE…
Ieri si celebrava la giornata contro la violenza sulle donne e oggi un padre davanti al figlio insulta, aggredisce, minaccia e adopera metodi intimidatori verso una donna sola in macchina…
La violenza domestica e, in genere, la violenza sulle donne partono proprio da qui e qui vanno annientate: se un figlio, nella quotidianità, ha un tale esempio DAL PADRE, ovvero dalla figura maschile PRINCIPALE della sua vita, reputerà sempre e comunque normale inveire e aggredire una donna…in qualsiasi occasione, con qualunque mezzo e chiunque essa sia…

Se una scuola, in cui il bullismo e la violenza dovrebbero essere messi al bando e si dovrebbe mostrare, attraverso l’educazione e la cultura, come ci si comporta per diventare uomini PERBENE, non vuole neanche ascoltare lo sfogo di chi è stato “bullizzato” e aggredito lì fuori da un genitore dinanzi ad un suo studente, allora non c’è speranza per le nuove generazioni…e le giornate contro questo e contro quello resteranno solo “vetrine” politiche lontane dal Paese reale…

E’ giusto che cose come questa si sappiano, nella speranza che ad uomini come quello in cui mi sono imbattuta io oggi (che, per la cronaca, dubito fortemente avrebbe avuto lo stesso comportamento se al mio posto ci fosse stato un altro uomo, magari con la sua stessa imponenza fisica) non sia più concesso di spaventare e minacciare impunemente, di riversare le proprie frustrazioni sugli altri, di usare la violenza, fisica o verbale che sia, nella quotidianità, ma, soprattutto, di dare il cattivo esempio ai propri figli.”

 

(Lettera firmata)