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Lettere 2.0: “Cronaca di un sabato sera di ordinaria movida a Cosenza”

Riceviamo le parole della nostra lettrice:

 

 

Ore 18:30 ci siamo, Giulia è già su di giri, un bicchiere o qualcos’altro di troppo, deve vomitare, “ma non qui e non con il cappottino che mamma mi ha comprato giovedì”, toglie anelli e cappottino e si avvicina alla finestra della via che sembra un sicuro rifugio, non curante che sta vomitando davanti alla finestra di quella che potrebbe essere sua nonna, mentre Anna le dice “Forza prova a vomitare e passa tutto”… “ma poi a mamma cosa dico?”… “che qualcosa ti è rimasto indigesto, ci cascano sempre”.

Più in lá c’è Giovanni che smania di farla da qualche parte, chiama Luigi e Carlo e già che c’è chiede anche a Mario ed Antonio se si vogliano unire a lui, chissà perché in gruppo è più bello farla, ma dove?

“Che ti frega? Qui sotto questo balcone, al lato della strada”. “Ma sarà abbastanza illuminato, siamo sicuri che gli altri si accorgono che noi abbiamo il coraggio di farlo, perché sai se no non ha senso -pisciare- così fuori”, ed anche qui non si curano della platea di spettatori indignati dalle finestre e balconi.

Più in là c’è Giuseppe che piange perché non sa come tornare a casa in quella condizione, lo sapeva che non lo avrebbe dovuto fare, ed anche lui va giù di dita, una vomitata e tutto andrà meglio, ancor di più se lo fai su quel bel tappetino davanti a quella casa.

Ebbene… questo è il solito copione che si vede e si sente ogni fine settimana a Cosenza, in particolare nei luoghi della movida, dove va di scena la perdita della dignità e del buon senso, giovani che si svendono per cosa? Li chiamano falliti, e si offendono pure, però dimostrano di aver fallito nell’apprendere gli insegnamenti dei grandi, la buona educazione, il buon senso.

Quanta gioia quando mamma e papà li hanno visti farla per la prima volta nel vasino, è scappato anche il regalo, quanta amarezza e delusione se li vedessero ora che hanno dimenticato dove si fa, ora che hanno perso il buon gusto, il rispetto e le buone maniere.

Divertirsi è lecito, nessuno condanna questo, ma mai a danno degli altri, quello diventa reato anche punibile.

Ragazzi se volete continuare ad essere considerati una generazione di viziati e privi di cervello, ma si, assumetevi le vostre responsabilità perché non tutti, fortunatamente, saranno disposti a starvi a guardare e presto prenderete atto di quel che siete diventati, ed in quel caso non sarà il gruppo a tirarvi fuori dai guai.

In bocca al lupo ragazzi con il cuore!

Francesca