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Lettere 2.0: “Pillola abortiva negli ospedali – A Cosenza tutto tace”

Riceviamo il seguente comunicato

 

 

 

“Il 23 Maggio di quest’anno, il collettivo Fem.In. ha presentato una petizione alla Regione Calabria chiedendo l’introduzione del metodo abortivo farmacologico tramite la pillola Ru486 nell’Azienda Ospedaliera di Cosenza.

La pillola abortiva viene utilizzata in quasi tutti gli ospedali italiani dal 2010 e in alcuni paesi, come la Svezia, viene somministrata persino a livello ambulatoriale. La Ru486 presenta diversi vantaggi rispetto al metodo abortivo chirurgico, sia per quanto riguarda l’aspetto economico, sia nei confronti della salute della donna.

L’IVG farmacologica ha un prezzo stimato per il Sistema Sanitario Nazionale di 600 euro, mentre l’aborto chirurgico costa intorno ai 1200 euro. Inoltre, i rischi che si corrono effettuando l’intervento chirurgico comprendono: incidenti anestesiologici, perforazione dell’utero, danneggiamento del collo dell’utero, perchè ne prevede la dilatazione forzata, infezioni a carico dell’apparato e potenziali problemi per una futura gravidanza.

Le eventuali complicazioni della Ru486, invece, hanno percentuali di incidenza minima, estremamente limitate grazie agli esami preliminari che si eseguono prima della somministrazione.

Nonostante le innumerevoli dimostrazioni dell’efficacia e della sicurezza del metodo abortivo farmacologico, a Cosenza il farmaco non è mai arrivato e le donne che vogliono abortire con la pillola Ru486 devono necessariamente spostarsi a Lamezia.

Nella nostra città, inoltre, abbiamo segnalato l’atteggiamento illegittimo del responsabile del Consultorio di Via Popilia, il Dottor Miceli, nei confronti del metodo abortivo farmacologico, il quale nega alle donne il certificato per abortire a Lamezia con la Ru486, poiché sostiene di non credere in questo metodo.

A negare il certificato per la pillola abortiva, ma anche per l’intervento chirurgico, inoltre, ci sono le ginecologhe del Consultorio di Piazza De Chiara, quasi tutte obiettrici di coscienza.

A seguito della presentazione formale della petizione alla Regione Calabria, l’organo competente, il Dipartimento di Prevenzione e Promozione della Salute, ci ha comunicato che nel 2017, la Regione ha emanato un Protocollo indirizzato alle Aziende Ospedaliere regionali atto a promuovere e a verificare l’implementazione della pillola abortiva nei territori.

L’Azienda Ospedaliera di Cosenza non ha mai fornito alcuna risposta in merito.

Il Dipartimento competente, dopo la presentazione della nostra petizione, ha quindi sollecitato l’A.O. Di Cosenza per ottenere una ricognizione dello stato dell’arte dell’aborto farmacologico. Anche a questa seconda richiesta, non è seguita alcuna risposta.

Nonostante la tentazione di giudicare questo atteggiamento come negligente sia forte, vogliamo esprimere la volontà di offrire alle/ai responsabili dell’Ospedale di Cosenza una terza possibilità.

Chiediamo al Professore Michele Morelli, Direttore U.O.C. di Ostetricia e Ginecologia, al Dr.Gianfranco Scarpelli, Direttore del Dipartimento Materno-Infantile e alla Dottoressa Adelaide Marsico, Reggente della Direzione Generale dell’A.O., di essere disponibili ad un incontro per illustrarci le motivazioni della mancata risposta alla petizione popolare e ai solleciti regionali.

Crediamo che le cittadine di Cosenza e dell’intera Provincia debbano poter scegliere come porre fine ad una gravidanza indesiderata, non vogliamo essere obbligate a sottoporci ad un intervento chirurgico per affermare un nostro diritto e chiediamo l’implementazione dell’aborto farmacologico anche nel nostro territorio, perchè sia accessibile a tutte, nessuna esclusa.”

Collettivo Fem.In. Cosentine in Lotta