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Lettere 2.0: “Quello che si vede nei corridoi del pronto soccorso è indescrivibile”

Riceviamo lo sfogo di una nostra lettrice

 

 

 

“Seguo molto la vostra pagina e vorrei poter fare uno sfogo tramite voi.

Purtroppo, molte cose finché non le vivi sulla propria pelle non si possono capire, se non solo immaginare.

Due giorni fa alle h 22 un mio caro ha avvertito un malore, ha perso conoscenza ed è svenuto.

In passato ha già subito due infarti, quindi, immaginate lo spavento e la preoccupazione per noi cari, rivivere quei minuti interminabili.

Abbiamo chiamato il 118 ma non abbiamo avuto risposta e, senza perdere tempo, con la macchina lo abbiamo portato all’ospedale civile dell’Annunziata.

Qui è iniziato il “calvario”.

Hanno fatto l’accesso al pronto soccorso solo per lui, come prevede il protocollo Covid, da lì il vuoto.

Le guardie non fanno entrare nessuno, vista l’emergenza covid, ci hanno dato dei numeri di un centralino ma nessuna risposta, non abbiamo notizie se non quelle che il nostro caro ci comunica dal suo cellulare.

Non sappiamo se quel malore sia stato un altro rischio infarto, non sappiamo nulla.

Credo che la sanità calabrese se continua così andrà solo a peggiorare.

Sono un’operatrice socio sanitaria e ho lavorato nei privati e mi hanno insegnato che bisogna lavorare con amore.

Capisco l’emergenza, capisco il covid, però per chi lavora magari anche a stare dietro a quel telefono (che forniscono tra l’altro loro), dovrebbero capire che ci sono dei parenti, delle mamme preoccupate per i propri figli, che chiedono soltanto delle notizie.

Un abbraccio virtuale a chi si trova nella mia situazione, perché so per certo che non sono l’unica.

Sono stata tutta la notte sul marciapiede antistante la sbarra del pronto soccorso e l’angoscia di chi sta fuori è devastante.

Ora al nostro caro lo abbiamo fatto ritornare a casa, faremo fare tutte le visite a pagamento, come abbiamo sempre fatto, per rassicurarci del suo stato di salute.

Quello che si vede nei corridoi del pronto soccorso è indescrivibile.

Siamo giovani ma non lo saremo per sempre, abbiamo cari però che sono il nostro passato e ci hanno garantito il futuro, dovremmo fermare questo menefreghismo da parte della sanità che la usano solo per campagna elettorale.

Io non voglio arrivare a niente pubblicando il mio sfogo, ma solo a sensibilizzare a chi invece potrebbe fare qualcosa ma sta solo a guardare.”

 

Paola