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Lettere 2.0: “Malasanità – Sfogo di una ragazza che ha perso la sua mamma…”

Riceviamo le parole della nostra lettrice:

 

 

Oggi con la rabbia nel cuore voglio raccontare a tutti la mia odissea, con la speranza che chi come me ha vissuto il mio stesso incubo, prenda coraggio e racconti.

Premetto che sapevo che un giorno avrei perso la mia amata mamma che ha combattuto come un leone contro quel brutto mostro del cancro, per 8 lunghissimi anni tra chemio, radio, complicazioni ed effetti collaterali.

I primi di dicembre mia mamma ha deciso, non per suo volere ma per il fatto che non riuscisse più perché allettata, a utilizzare i pannoloni, allora chiesi al mio medico come dovessi fare…

Con la ricetta andai al C.U.P. a prenotare una visita urgente che ancora oggi, giorno 10 gennaio 2022, sto aspettando… per poter dire al caro chirurgo che può trovare mia mamma al cimitero.

Il 25 dicembre di notte mia mamma dice che le manca l’aria e che non riesce a respirare. Grazie al pronto intervento del 118 e gli angeli del pronto soccorso trovano il problema: mia mamma ha del liquido nei polmoni e decidono di ricoverarla nel reparto medicina.

Purtroppo per la sua situazione e complicanza degli anni aveva bisogno di aiuto per qualsiasi cosa:
Mangiare, bere, prendere medicine e andare in bagno… e io, mio padre e mio fratello a turni non la lasciavamo mai sola.

Dopo due giorni scoprono un positivo in reparto e invece di fare restare chi aveva fatto il turno nel reparto per mia madre, cacciano tutti fuori, dicendoci che c’erano loro, che non ci dovevamo preoccupare di niente…

Ma noi sapevamo la verità di quelle parole, perché se non era per noi la signora accanto a mia madre poverina sarebbe morta 2/3 volte perché intubata e sola.

L’indomani, armati di documenti di mia madre, green pass, e tampone, riuscivamo ad entrare in reparto alle 13:00 e troviamo sul comodino di mia madre tutte le medicine della terapia, il latte della mattina, e il cornetto che mio padre aveva portato con tanto amore alla sua amata. Era tutto lì, perché ci avrebbero pensato loro, INFATTI!

Il 30 mattina, capito l’andazzo con mio padre decidiamo di portare via mia madre da quel posto perché tanto per loro era una malata terminale e che non avrebbero fatto niente per lei e che era solo un numero.

La dimettono con una terapia domiciliare di antibiotico e cortisone, senza una terapia del dolore, senza dirci niente di tutto ciò, senza nemmeno la terapia dell’ossigeno liquido, ma il meglio deve ancora venire…!!! La ciliegina sulla torta.

Tornata a casa inizio a lavare mia madre perché all’ospedale non lo potevo fare per bene, e quando loro la cambiavano mi buttavano fuori dalla stanza (come se io non l’avessi mai vista) e trovi quello che non auguro a nessuno di vedere: una piaga enorme! Non ci volevo credere…

Il 31 mattina finalmente mia madre è tranquilla, pulita e serena. Le faccio fare colazione e da lì il calvario. Le prendono 5 attacchi epilettici. Il pomeriggio il mio medico mi dice che è in coma e che non sente niente e che in giornata sarebbe morta.

Mia madre si risveglia e per due giorni sembra tutto rientrato, ma il 5 inizia ad avere dolori atroci e a chiedere aiuto per tutto il giorno e la notte. Ancora ho le sue suppliche che mi rimbombano nelle orecchie. Decido che ha bisogno della morfina, non può soffrire così, ma anche in questo caso la burocrazia continua a venirmi contro.

Un giro interminabile e suppliche al telefono, piangendo con il medico di base, il 118, la guardia medica, il reparto, fino a trovare un angelo che me la prescrive e grazie a lui mia madre giorno 8 ci lascia serenamente senza soffrire.

Ho raccontato la mia storia non tanto per mia madre (anche se gliel’ho promesso in punto di morte) ma perché cosi vorrei evitare che qualcuno che si trovi nelle stesse condizioni non affronti in nostro stesso incubo.

Sfogo di una ragazza che ha perso la sua mamma (Paola – Cs)